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martedì 16 luglio 2013

Datemi il mio esoscheletro


Data la mia passione per gli esoscheletri e il sogno, un giorno, di essere così confortevolmente protetto dal mondo esterno infilandomi in uno di questi aggeggi, non potevo non farvi partecipi della notizia della commercializzazione di un modello costruito da, manco a dirlo, una azienda giapponese.
Il modello di esoscheletro in questione si chiama Powered Jacket MK3 ed è prodotto dalla Sagawa Electronics. Pesa 25kg per 2.25m di altezza. L'azienda ha pubblicato un video su YouTube che illustra le caratteristiche del prodotto. Il filmato è presentato da un surreale Mister Scarface Santaro in compagnia di una graziosa giovane in abiti scolastici che prova il Powered Jacket MK3. 


L'esoscheletro costa all'incirca 120.000€, ma da quello che ho capito la spesa serve a finanziare le ricerche successive. Gli esemplari in vendita sono 5. Il costo non è eccessivo, sempre meno di una piccola isola o di un viaggio spaziale, se siete i tipi da potervi permettere questo genere di cose. 

Il dispositivo, in realtà, non sembra fare poi molto, cioè ci si cammina in giro, ma è un misto tra dei trampoli e un costume di carnevale. Ma come vale per i Google Glass, a importare non è il prodotto in sé, ma ciò che la tecnologia che sta dietro il prodotto promette. L'immaginario che è in grado di evocare. E come i Glass, anche il Powered Jacket è un prodotto decisamente cyberpunk nella sua estetica distopicamente futuristica. 

Fino a quest'anno la tecnologia di consumo ha attraversato una lunga fase in cui hanno prevalso miniaturizzazione e portabilità (dai laptop agli smartwatch). Eppure quella degli esoscheletri non è affatto una tecnologia invisibile, è anzi molto ben visibile. Tuttavia, gli esoscheletri per il grande pubblico sono ancora una semplice curiosità. Non hanno né una vera utilità né, soprattutto, un vero mercato di possibili consumatori. 


Oltre alle performance artistiche di soggetti come Stelarc, il campo della ricerca su questi artefatti ha coinvolto, fino ad oggi, le ricerche sulle protesi mediche e quelle per un eventuale uso militare. Soldati e handicappati, insomma.  Attraverso un esoscheletro molte persone sulla sedia a rotelle potrebbero riprendere a camminare. Attraverso un'esoscheletro si potrebbe aumentare la capacità di compiere sforzi, come per esempio il sollevare pesi e sostenere fatiche prolungate. 

La ricerca sugli esoscheletri è principalmente una parte della robotica, ma comprende anche un lato più fashion, ovvero quello delle robot suit, tute robot, veri e propri esoscheletri indossabili, il cui esempio più famoso, per quanto tratto dalla finzione, è l'esemplare indossato da Robert Downey Jr. in Iron Man, ma c'è almeno un altro esempio tratto dal mondo reale, HAL. Eppure, secondo me, un vero esoscheletro possiede quel fascino demodé che supera in stile le modaiole robo-tute. 

Questo tipo di artefatti è stato fino ad ora prodotto solo in forma di prototipo da centri di ricerca (o da artisti o da militari), mentre quello di Sagawa Electronics è il primo esoscheletro progettato per l'utente generico (non solo freak, supersoldati e disabili). Verrò commercializzato sotto forma di giocattolo costoso, ma forse tra qualche hanno e qualche upgrade vedrete pure qualcuno andarci al lavoro.

Giambattista De Cornelio

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